Halston, la moda,l’arte e gli eccessi degli anni’70

Halston, la moda,l’arte e gli eccessi degli anni’70

Dopo un lungo periodo di pausa ho deciso di redigere un articolo di approfondimento riguardo la figura di Halston.

Credo che molti di voi abbiano visto la serie tv e sul web ho sentito molti pareri discordanti riguardo tale prodotto che vede la firma di Ryan Murphy.

Le critiche più pesanti sono state mosse riguardo alla volontà di andare a porre l’accento sulla decadenza e sull’ eccessiva vita del primo couturier americano, mettendo in primo piano la sua condotta personale rispetto alla sua carriera.

Inoltre alcuni hanno definito la serie come una trasposizione di una pagina di Wikipedia, troppi fatti trattati in modo rapido e infatti molti sottolineano la mancanza di personaggi centrali nella sua carriera: Muse come Bianca Jagger, Cher, Angelica Huston, Lauren Hutton ma soprattutto grandi nomi per il lancio della sua carriera come Diana Vreeland e Charles James.

Lauren Hutton in Halston, Oscar 1975

Altri hanno criticato anche la scelta di Ewan Mc Gregor che secondo alcuni riflette una macchietta, andando a lasciare in sordina il genio e l’eleganza dell’originale Halston.

Oltretutto forti critiche sono state presentate vista la mancanza di volontà di andare a includere nel progetto la famiglia del designer che è in pieno possesso dell’archivio.

Prima di espormi ho voluto anche visionare due documentari che erano stati segnalati da esperti del settore al fine di meglio comprendere quello che Halston ha rappresentato e rappresenta per l’America.

Il primo è quello che è stato redatto di comune accordo con la famiglia, presente all’interno del documentario è la nipote di Halston ( figura che nella serie Netflix non è menzionata), si parla del rapporto con Charles James, di Bianca Jagger ma sicuramente si va a scandagliare in maniera molto più attenta tutti i momenti centrali della sua vita cercando di creare un nesso che possa meglio rendere consci di come poi l’universo Halston dalla gloria sia finito in rovina.

Il secondo che come data d’uscita è precedente, presenta un racconto della carriera di Halston come una lunga intervista in cui si susseguono più esponenti del mondo fashion come André Leon Talley, Dian von Furstenberg ma anche modelle come Pat Cleveland.

In questo documentario inoltre si parla dello studio 54, di membri del suo ex entourage o conoscenze comuni con Andy Warhol che in quegli anni vedeva anche lui un periodo di gloria della sua Factory.

Dopo di che passiamo al mio pensiero sulla mini-serie che è composta da soli 5 episodi.

Ottima la fotografia e la ricreazione dei set e delle atmosfere che vedono un’attenta ricerca e inoltre se devo sottolineare anche il lato recitazione mi sono piaciute particolarmente le attrici che impersonavano Elsa Peretti e Liza Minnelli.

Per quanto concerne la scelta di Ewan Mc Gregor io la trovo consona, dai filmati e da come viene descritto nei documentari probabilmente l’Halston originale si avvicina molto a quello che viene portato in scena.

Quello che viene presentato è l’uomo che si cela dietro la maschera del personaggio pubblico, sicuramente le vicende personali sono molto romanzate ma sono verosimili perchè in entrambi i documentari quello che si evince è che nel momento in cui avviene l’incontro con Victor Hugo inizia la sua rovina come persona perchè il compagno riesce in qualche modo a trasportare il giovane designer in un vortice di perdizione conducendolo in primis verso una dipendenza da cocaina.

Se vogliamo però dare un riconoscimento a Victor Hugo è che sicuramente le sue vetrine per Halston erano anticonvenzionali e presentavano l’innato senso artistico di questo strano personaggio che divenne anche soggetto di alcuni lavori di nudo e a sfondo sessuale di Andy Warhol.

Una delle vetrine di Victor Hugo con uno dei manichini che rappresenta una donna in travaglio.
Victor Hugo e Andy Warhol

Centrale nella serie sono i rapporti con Elsa Peretti e Liza Minnelli, due grandi donne che sapranno ben controllare il suo carattere turbolento e il suo ego, entrambe devono a lui anche un lancio di carriera la prima grazie al contratto che ottiene con Tiffany come Jewels Designer e la seconda come cantante internazionale assolutamente devota a tal punto a prestarsi per una esibizione durante la famosa Battle of Versailles ( evento durante il quale avviene lo scontro tra i titani della moda americana e quella francese ).

Liza with a Z, cabaret che nella serie Halston viene individuato come il momento di incontro tra il couturier e la cantante destinata a divenire poi una delle sue amiche più strette e devote al fine che neanche dopo la morte di Halston mai rilascerà dichiarazioni riguardo la condotta personale dell’amico.

La storia di tale vicenda è ben narrata all’interno di un’ altro documentario in cui si parla di questa notte che sconvolse per sempre gli equilbri di una moda che allora vedeva l’esclusivo monopolio da parte dei francesi.

L’evento benefico verrà organizzato nel 1973 al fine di ottenere i fondi necessari per la riqualificazione del palazzo di Versailles che in quegli anni verteva in terribili condizioni .

Nella serie poi si scandagliano altri eventi come la nascita dell’ufficio nell’Olimpic Tower, dell’acquisizione dell’appartamento progettato da Paul Rudolph nell’ Upper East Side a Manhattan ( acquistota poi da Gianni Agnelli e in seguito da Tom Ford nel 2019 che punta a riportarla a come doveva apparire al tempo.)

Ufficio dell’ Olympic Tower, Halston e Liza Minnelli

Tra l’altro vi consiglio la lettura di questi due articoli con foto d’epoca dell’appartamento per esempio nel primo vengono riportate la storia e le foto d’archivio di un pezzo del 1977 della rivista House Beautiful ( tra l’altro nel sito del primo link è disponibile anche un articolo riguardo la creazione del set per la serie.)

Di seguito i link:

https://www.housebeautiful.com/design-inspiration/a36689481/halston-manhattan-townhouse-paul-rudolph-archive-dive-1977/

http://dougandgene.blogspot.com/2013/03/101-east-63rd-street-halstons-town-house.html

Il mio parere generale sulla mini-serie è che può essere un valido elemento tramite il quale fare scaturire la curiosità di conoscere meglio sia la sua storia che quella dei personaggi che hanno gravitato intorno a lui e inoltre andare a indagare sui ciò che durante quegli anni interessava l’ambito moda, dell’arte e del cinema.

Ad esempio all”interno di uno dei due documentari si parla di un altro importantissimo evento Il Black and White Ball di Truman Capote del 1966 ( scrittore, sceneggiatore .. tra i vari romanzi Colazione da Tiffany da cui hanno tratto l’ omonimo film con Audrey Hepburn).

Invito alla Serata

A tale evento ,considerato il party del secolo, erano presenti tutti coloro che contavano da membri dello star system ( Mia Farrow e Sinatra, Andy Warhol, Greta Garbo..) a membri di casate reali e grandi magnanti come la famiglia Agnelli ( Marella Agnelli da Capote era talmente amata da definirla uno dei suoi Cigni).

La presenza fisica di Halston non è certa a differenza invece di quella delle sue creazioni, pare appunto che alcune delle maschere più belle indossate dalle invitate fossero state progettate proprio da lui.

Candice Bergen in Halston

Se vi interessasse approfondire la storia di tale evento , tramite i social ho visto che consigliavano la lettura del libro di Debora Davis : The party of the Century.

Altro consiglio letterario che ho trovato online e che non vedo l’ora di leggere è “I cigni della quinta strada ” di Melanie Benjamin, in cui si si parla dell’ultimo libro di Capote “ Preghiere esaudite ” nel quale lo scrittore ormai ritiratosi dalla scene mondane darà in pasto i suoi amati ” Cigni” (le sue predilette), andando a scoperchiare un mondo di fasti e di illusioni che nascondeva ben altro che splendore.

Proseguo con altri consigli letterari e non .. se voleste approfondire la figura di Andy Warhol vi consiglio due volumi :

Andy Warhol , Una retrospettiva ( volume riguardo alla mostra a Palazzo grassi, Venezia del 1990. Il catalogo ripercorre l’enorme produzione dell’artista nel corso della sua carriera)

Andy Warhol, Intervista di Adriano Barone, Officina Infernale ( Grafic novel in cui si presenta appunto un’intervista con l’artista andando a scandagliare soprattutto i momenti meno famosi della sua carriera, si parla inoltre ampiamente ad esempio della sua produzione cinematografica.)

Se invece voleste indagare l’ambito moda, ho scovato su internet un volume Yves Saint Laurent + Halston: Fashioning the 70s di Patricia Mears in cui si parla di una mostra al The Museum at FIT, in cui avviene una comparazione tra la produzione del couturier francese e di quello americano sottolineandone le similitudini e le discordanze ( Saint Laurent avrà una carrierà molto più longeva di Halston).

Di seguito un video di presentazione all’esposizione:

Halston sicuramente rimarrà nella storia come un eccezionale manipolatore del tessuto in grado di conferire ai suoi abiti una leggerezza ineguagliabile e di un glamour perfettamente anni ’70 fatto di eccessi, feste e tanta apparenza.

Morirà non riuscendo mai a riscattare il suo nome di cui aveva perso completamente i diritti ed è stato forse questo più che la malattia ad ucciderlo, perchè senza il suo nome, senza l’arte, quel dandy lussuoso non si sentiva che un semplice uomo privato di tutto ma soprattutto della sua identità.

Della sua magnificenza non resterà che un ricordo perchè nonostante l’azienda abbia proseguito senza di lui nessuno è stato in grado di riportare in auge quello che solo lui era capace di forgiare.

Tanti grandi nomi hanno attinto dalla sua produzione primo fra tutti Tom Ford che di un’ estetica perfetta ne ha fatto il suo marchio di fabbrica sin dagli anni da Gucci a quelli dell’ omonima azienda.

D’altronde lo stesso Ford aveva dichiarato a WWD nel 2012 : “Puoi tracciare una linea diretta fra me e Halston,” .

Inoltre fun fact il suo profumo ” Black Orchid”, una delle fragranze più esclusive potrebbe benissimo essere un omaggio al couturier che per le sue amate orchidee aveva dilapidato ingenti somme di denaro.

L’azienda Halston ha annunciato una collaborazione con Netflix, con la presentazione di una collezione con alcuni abiti tratti dalla serie, secondo voi riuscirà a riportare in vita l’eredità del couturier o sarà un flop come già era successo quando avevano tentato facendo indossare alcuni abiti a Carrie Bradshaw ?

Io vi rispondo con questa foto che secondo me racchiude cosa potrebbero pensarne Halston e Andy, a presto JS

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